I Giudici della sezione lavoro del Tribunale di Cassino hanno accolto il ricorso di un Prof, assistito dagli avvocati Bongarzone e Zinzi, in cui il ricorrente chiedeva il riconoscimento della RPD per l’intero periodo di lavoro svolto in cattedra.
La condanna del Ministero dell’Istruzione ed il riconoscimento integrale del mancato versamento della quota relativa alla retribuzione professionale docenti a vantaggio del docente hanno significato un assegno di circa 1500 euro per i complessivi 9 mesi di insegnamento dichiarati.
Al docente tra gli anni scolastici 2016/ 2017 e 2017/2018 erano stati conferiti incarichi di supplenza del tipo “breve e saltuaria” ma in busta paga non veniva ricompensato della RPD. Le motivazioni espresse nella sentenza pubblicata nei giorni scorsi richiamano anche l’indicazione della Cassazione che in merito ha fatto piena chiarezza ma che l’amministrazione non tiene in considerazione e continua a negare la RPD ai supplenti con incarichi non annuali.
In merito lo studio legale B&Z ha sostenuto già a partire dal 2018 numerosi dibattimenti in sede giuridico amministrativa riuscendo ad affermare i diritti di migliaia di supplenti nelle sedi competenti. Di seguito il link inerente alcune delle vittorie ottenute (leggi di più > Vittoria RPD Tribunale di Milano, L’Aquila e Taranto)
E’ bene chiarire che la retribuzione professionale docenti è un compenso stabilito nel CCNL erogato ai docenti per l’espletamento della propria professione ed è riconosciuto:
Ma non è riconosciuta agli insegnanti che svolgono supplenze di tipo BREVE o SALTUARIO e neppure ai docenti con contratti cd. “covid”, anche nel caso in cui raggiungendo l’annualità (ovvero i 180 giorni di docenza al 30.06) ma tale periodo è stato coperto con diversi contratti seppur continuativi. Ne vale l’esempio di una supplenza conferita su maternità: in tal caso nonostante sia potenzialmente auspicabile una permanenza “annuale” sul “posto” che è comunque completata con una serie di contratti continuativi ed in questo caso il MI on riconosce la retribuzione stessa.
E’ per questo motivo che è necessario presentare ricorso presso i tribunali competenti e precisamente il ricorso va rivolto al Giudice del Lavoro. Rimane l’unico modo per poter rivendicare un diritto altrimenti negato.
La retribuzione professionale docenti ammonta a 174,50 Euro mensili.
Il termine ultimo per accedere al ricorso è fissato in un quinquennio.
Presso il Tribunale territorialmente competente.
Le possibilità sono altissime anche perché la linea giurisprudenziale è stata chiarito negli anni e ne sono conferma i numerosi ricorsi vinti. (Scopri le ultime notizie e visionare le ultime vittorie in tribunale)
In merito dal pool legale B&Z, gli avvocati Bongarzone e Zinzi hanno chiarito che <Quanto attuato dal MI rispetto al mancato versamento della RPD ai docenti con supplenze brevi è atto illegittimo oltre che discriminatorio. E’ anche da considerare che l’espletamento del ruolo di insegnante è effettuato al di là della tipologia di contratto>.
Di seguito il link relativo al Ricorso Retribuzione Professionale dei Docenti
Il costo ha comunque delle variabili e non è determinabile, a prescindere, una quota univoca. E’ anche possibile ricorrere GRATUITAMENTE se si è in possesso di determinati indicatori individuati nella dichiarazione reddituale. E’ possibile ricorrere a zero spese
Il ricorso è di tipo soggettivo.
Per ulteriori informazioni circa i ricorsi attivi e per qualsiasi delucidazione in merito è sempre possibile contattare i recapiti presenti al link > Contatta Ricorsi Scuola