Bonus Mamme negato alle docenti e ata precarie: partono i ricorsi

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Bonus Mamme negato alle precarie: il Tribunale dà ragione a docenti e ATA

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Negli ultimi mesi, numerosi Tribunali del Lavoro  hanno riconosciuto il diritto delle lavoratrici madri con contratto a tempo determinato a beneficiare del cosiddetto “bonus mamme”, previsto dall’art. 1, commi 180-182, della Legge di Bilancio 2024 (L. n. 213/2023).
Una misura nata per sostenere la genitorialità, inizialmente riservata solo alle dipendenti a tempo indeterminato, che oggi — grazie alla giurisprudenza — viene estesa anche alle madri precarie della scuola.

Lo Studio Legale Bongarzone & Zinzi, da anni impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori della scuola, ha ottenuto importanti vittorie che confermano il principio di parità di trattamento tra personale a tempo determinato e indeterminato.

Cosa prevede il “Bonus Mamme”

Il beneficio consiste in un esonero del 100% della quota dei contributi previdenziali IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) a carico delle lavoratrici madri, fino a un massimo di 3.000 euro annui, riparametrati su base mensile.

L’art. 1, comma 180, riconosce il bonus alle madri con tre o più figli per il triennio 2024-2026, mentre il comma 181 lo estende in via sperimentale anche alle madri con due figli per l’anno 2024.

Le pronunce favorevoli

Dalla prima sentenza del Tribunale di Lodi i giudici del lavoro hanno affermato un principio chiaro:

“L’esonero contributivo è una condizione di impiego che deve essere riconosciuta anche alle lavoratrici a termine, poiché qualsiasi esclusione basata sulla tipologia contrattuale costituisce discriminazione vietata dal diritto dell’Unione Europea.”

Le sentenze hanno quindi disapplicato la normativa nazionale nella parte in cui limita il beneficio alle sole dipendenti a tempo indeterminato, riconoscendo anche alle precarie il diritto al rimborso delle trattenute previdenziali non dovute.

Un principio che vale anche per altri diritti: ferie e Carta Docente

L’orientamento sul “bonus mamme” si inserisce in una linea coerente con altre importanti vittorie ottenute dallo Studio Bongarzone & Zinzi, che hanno riconosciuto ai supplenti:

Sono decisioni che ribadiscono un principio essenziale: la precarietà non può giustificare trattamenti economici peggiorativi.

Come aderire al nuovo ricorso “Bonus Mamme”

Nei prossimi giorni sarà pubblicato su ricorsiscuola.it il link diretto per aderire al ricorso “Bonus Mamme”, rivolto a tutte le lavoratrici madri con contratto a tempo determinato escluse dal beneficio.

Lo Studio Bongarzone & Zinzi seguirà i propri clienti sino alla fase di esecuzione della sentenza, fino alla soddisfazione del credito riconosciuto.

In sintesi

L’esclusione delle madri precarie dal “bonus mamme” rappresenta una discriminazione contraria al diritto dell’Unione Europea.
Le recenti decisioni dei tribunali italiani aprono la strada a una nuova azione collettiva per garantire giustizia e parità di trattamento alle lavoratrici madri del comparto scuola.

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